Per sua natura, proporzionalmente al grado di innovazione, l’uomo tende ad accogliere con scetticismo gli eventi di rinnovamento. Forte delle sue tradizioni, e quindi delle sue certezze, l’essere umano si rivolge con esitazione verso ciò che appare ancora come sconosciuto. Più in particolare all’interno delle mura domestiche, ossia nel luogo in cui si coltivano la vita privata della famiglia e i suoi affetti, questo atteggiamento diventa sempre più evidente. Per esempio nel 1881 a Londra, la serata di inaugurazione del primo edificio al mondo ad essere illuminato dalla luce elettrica, il Savoy Theatre, fu disertata per una certa forma di prevenzione verso quella sorta di bagliore "diabolico". Ciò dimostra che non basta il progresso tecnico per far diventare fruibile qualcosa di innovativo ed utile, ma occorre una maturazione di circostanze storico-sociali e di movimenti ideologici affinché le molte applicazioni scientifiche, vantaggiosamente utilizzate in altri settori, siano convogliate verso gli ambienti destinati alla vita domestica.
La casa diviene lo specchio del contesto storico-economico in cui prende forma e in essa, seppur con un certo ritardo, finiscono col riflettersi inevitabilmente le innovazioni tecnologiche del proprio tempo. Risulterebbe irrealistico ipotizzare che l’ambito domestico possa rimanere escluso dal processo ormai estremamente pervasivo come quello tecnologico in atto. Ciò malgrado quando si parla di domotica, molto spesso lo si fa prefigurando circostanze ed ambientazioni futuristiche, quasi fantascientifiche, che poco si avvicinano ai principi di fattibilità e concretezza del presente. Con Easydom, invece, la domotica è ormai una realtà attuabile a tutti gli effetti, per la sua semplicità ed adattabilità alla propria casa.